Operazione Northwoods: Il False Flag americano per prendersi Cuba

La storia insegna che una potenza imperiale è disposta a tutto pur di riappropriarsi dell’avamposto smarrito e non si farebbe scrupoli ad assassinare dei propri connazionali qualora si potesse attribuire la responsabilità di ciò a colui che minaccia i confini, avendo così il motivo di dichiarargli guerra. Questa è la storia dell’operazione Northwoods.

Attaccare Washington per invadere L’Avana

Stati Uniti, 1962. È passato un anno dal clamoroso fallimento dell’invasione della Baia dei Porci, che all’amministrazione Kennedy è costato la credibilità internazionale e che ad Allen Welsh Dulles è costata la direzione della Central Intelligence Agency, e tra il Pentagono e Langley si continua a pensare ad una cosa sola: il rovesciamento del regime rivoluzionario di Fidel Castro.

Il presidente Kennedy continua ad essere adirato coi vertici della sicurezza nazionale, che ritiene i responsabili degli accadimenti dell’anno precedente, perciò i Richelieu dello Stato profondo, che hanno giurato vendetta a Castro, cominciano a studiare qualcosa di innovativo. Vogliono un piano che non abbia precedenti nella storia degli Stati Uniti, che sia tanto persuasivo a livello contenutistico quanto eccezionalmente produttivo al momento dell’applicazione. E lo avrebbero concepito, sebbene non portandolo a compimento, stupendo di nuovo, e negativamente, l’inquilino della Casa Bianca.

I tentativi di ricucire lo strappo con lo scettico e persistentemente adirato Kennedy avrebbero assunto la forma dell’operazione Northwoods, di cui l’opinione pubblica a stelle e strisce è venuta a conoscenza soltanto negli anni Novanta, quando i documenti relativi all’operazione sono stati declassificati. In breve, stando a quanto riferito dai documenti, il Pentagono avrebbe voluto appaltare alla Cia la conduzione di una serie di operazioni sotto falsa bandiera (false flag) sul suolo patrio, colpendo obiettivi civili e militari e facendone ricadere la responsabilità su L’Avana.

Gli strateghi più revanscisti erano pronti a tutto pur di rovesciare Castro, perciò produssero un elenco di possibili crimini e atti terroristici da compiere contro il popolo americano. Crimini e atti terroristici di proporzioni tali da scioccare l’opinione pubblica e da giustificare un invasione su larga scala dell’isola ribelle. Vi ricorda mica qualcosa? Qualcosa accaduto un 11 settembre? Cosa pensate mai, non siate i soliti complottisti! Crimini e atti terroristici come:

  • Dirottamento e abbattimento di aerei di linea
  • Affondamento di navi
  • Attentati nelle principali città statunitensi, da Miami a Washington

La reazione del Presidente Kennedy

Il piano Northwoods giunse sulla scrivania di Kennedy nel 1962, arrecante la firma di Lyman Lemnitzer, generale pluridecorato, presidente dei capi di stato maggiore congiunto e futuro comandante supremo dell’Alleanza Atlantica. Sbigottito, più che infuriato, Kennedy rifiutò categoricamente quel folle piano di auto-attentati, massacri di civili americani e terrorismo di Stato, mettendo in guardia i funzionari dal presentare ulteriori proposte di simile natura. Tutto ciò accadde un anno prima del suo assassinio nel novembre 1963.

I documenti segreti del Pentagono declassificati possono essere facilmente consultati qui: Operazione Northwoods e sul National Security Archive.

Se Northwoods insegna qualcosa è che uno stratega messo alle corde è capace di tutto pur di invertire le sorti dell’incontro, compreso il terrorismo di Stato. E se è vero che all’epoca i forcaioli del Pentagono e di Langley incontrarono un ostacolo insormontabile nell’intransigenza di John Fitzgerald Kennedy, lo è altrettanto che la storia recente, soprattutto americana, è ricca di esempi di presunte e probabili operazioni sotto falsa bandiera condotte dai governi contro i loro cittadini inconsapevoli, Gli attentati terroristici di Bruxelles e Parigi hanno avuto una logica simile? La morte di civili sarà mica stata utilizzata per rafforzare il sostegno all’intervento Anglo Americano in Siria? Ai posteri l’ardua sentenza.

Gli spettatori degli accadimenti non hanno che un modo per evitare di cadere nel tranello mefistofelico della falsa bandiera: sviluppare il pensiero critico. Perché a distinguere un osservatore passivo, e dunque volubile e condizionabile, da uno attivo, perciò non circuibile, è il possesso delle capacità di osservare le cose per ciò che sono, e non per come appaiono, e di saper il discernere il vero dal falso nell’epoca delle post-verità.

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