Insegnante si rifiuta di chiamare studente transgender «loro»: arrestato

Un insegnante di una scuola cattolica irlandese è stato arrestato dopo essersi presentato nell’istituto da cui era stato sospeso in seguito alla decisione di un Tribunale, perché si era rifiutato di rivolgersi a uno studente transgender con il pronome “they” (loro), nonostante richiesta esplicita presentata alla scuola dall’allievo e dai suoi genitori e un accordo firmato dall’istituto mesi prima. «È una follia che sarò condotto da quest’aula a un luogo di incarcerazione, ma non rinuncerò alle mie convinzioni cristiane», ha detto dopo la condanna.

Il momento dell’arresto dell’insegnante Enoch Burke

Enoch Burke è stato arrestato il 5 settembre. Aveva continuato a rivolgersi al suo alunno dandogli del «tu», così la sua famiglia si è rivolta al Tribunale, che gli ha dato ragione. Il professore è stato sospeso, ma nonostante ciò ha continuato a frequentare la scuola, prima di essere arrestato. 

Nell’occidente “democratico”, il politicamente corretto ormai non è una scelta, ma un’imposizione che deve semplicemente essere accettata. Eventuali resistenze vengono punite, anche con il carcere. Questo è quello che sta accadendo in molti paesi più “avanzati”, come l’ex cattolicissima Irlanda, dove il docente della Wilson’s Hospital School Enoch Burk è stato arrestato.

«Sono un insegnante e non voglio andare in prigione. Voglio essere nella mia classe oggi, è lì che mi trovavo stamattina quando sono stato arrestato», le sue parole. Ha detto di amare i suoi studenti, ai quali insegna tedesco, storia e politica, oltre a dibattere. «Amo la mia scuola, con il suo motto “Res Non Verba”, fatti e non parole, ma sono qui oggi perché ho detto che non chiamerei un ragazzo come chiamerei una ragazza», ha detto in Tribunale. «Il transgenderismo è contro la mia fede cristiana. È contrario alle scritture, contrario all’etica della Chiesa d’Irlanda e della mia scuola», ha aggiunto. 

Naturalmente la vicenda di Burke è presto diventata pane per i denti dei fact-checker britannici di regime. “È falso”, scrivono i Puente britannici. “Burke non è stato arrestato per il rifiuto di utilizzare pronomi diversi per uno studente. È stato incarcerato per oltraggio a un’ingiunzione dell’Alta corte d’Irlanda”.

Come se questa incredibile vicenda non fosse legata al rifiuto di un insegnante di non seguire i dettami di un’ideologia che sta diventando sempre più folle e totalitaria. Un’ideologia che attraverso l’imposizione di una neolingua vuole modificare la natura stessa dell’essere umano e con la scusa dell’“’inclusività”, discrimina e punisce chi la pensa diversamente.

La dittatura del Politically Correct non punisce solo gli insegnanti che non si piegano, ma anche i genitori che rifiutano le lezioni di gender nelle scuole e all’asilo per i loro figli, come sta capitando sempre più spesso in molti paesi del nord Europa.

Mai, come oggi, il fetido olezzo di una dittatura si affaccia sulle nostre vite. I nipotini di Stalin che si celano dietro altisonanti sigle: BLM, antifa, LGBT, Woke… si stanno prendendo la rivincita e stanno imponendo, grazie alla complicità di media, starystem, e soprattutto della finanza, un regime mondiale e globale, fatto di cancellazione di tutte le identità, anche sessuali, negazione delle libertà di espressione, di odio, violenza e sopraffazione.

Lascia un commento